Finanza

Guida alla partita iva agricola 2021

Guida alla partita iva agricola 2021

Aprire una partita iva agricola comporta una serie di particolarità che la differenziano da altri regime fiscali. Analizziamo tutti i dettagli della normativa in vigore.

Che cos’è la partita agricola

L’apertura di una partita iva agricola non è riservata ai soli lavoratori della terra, ma si estende anche a chi è impegnato nell’allevamento di animali o nella selvicoltura ovvero in quelle attività strettamente collegate. Un’altra particolarità è la non indispensabilità del possesso di un terreno o di una fattoria per l’apertura di una partita Iva agricola con tanto di visura o titolo di possesso.

C’è la partita Iva agricola tra le opzioni aggiuntive a cui possono ricorrere i lavoratori italiani. Come lascia intendere la stessa denominazione, questa opportunità è naturalmente riservata a chi lavora in questo comporta.

Come aprire una partita agricola

I costi legati alla gestione di una partita Iva agricola sono variabili e legate al regime fiscale scelto tra quello di esonero che vedremo nel dettaglio nel paragrafo successivo, quello semplificato e quello ordinario, nel caso in cui non si rientri nei requisiti per poter usufruire degli altri due regimi.

Al momento dell’apertura occorre versare il diritto camerale di 100 euro. Dopodiché bisogna versare il contributo minimo Inps di circa 1.500 euro. In ogni caso, l’Irpef non è calcolata sul reddito effettivo ma il reddito medio ordinario in base alle rendite catastali. Le aliquote Iva nel comparto agricolo sono variabili.

Le aliquote da considerare sono 3: 12,5% vini di uve fresche compresi gli spumanti, ma non i vini liquorosi e alcolizzati; 7% bovini vivi; 7,5% cavalli, asini, muli, bardotti, suini, ovini e caprini vivi, volatili, conigli, piccioni. Sul versante previdenziale si segnala invece l’esistenza di due casse previdenziali.

La prima è destinata ai coltivatori diretti con manodopera fino a due terzi di quella per i fabbisogni aziendali, e la Iap (Imprenditori agricoli professionali) per coloro in possesso di specifiche competenze in agricoltura che ricavano dalla loro attività almeno la metà del reddito dedicando almeno la metà del proprio tempo lavorativo.