Catasto

Classificazioni immobiliari: cosa cambia con la riforma del Catasto

Classificazioni immobiliari: cosa cambia con la riforma del Catasto

L’Agenzia delle Entrate ha apportato delle modifiche alle classificazioni immobiliari. Il punto centrale è la rivisitazione delle rendite catastali degli immobili con una valutazione effettuata non più sui vani ma sui metri quadri. Di conseguenza, verrà modificato anche il valore commerciale che diventerà un elemento di riferimento nelle compravendite immobiliari.

Classificazioni immobiliari: le novità

La riforma abbozzata dall’Agenzia prevede diverse novità nella classificazione degli immobili. In primis l’introduzione di una nuova classificazione in basa alla destinazione d’uso dell’immobile. Si lavora, infatti, sulla distinzione tra una sezione ordinaria ed una speciale che terranno in considerazione non solo le destinazioni d’uso dell’immobile ma anche le condizioni economiche e sociali del contesto urbanistico.

La riforma prevede anche la ridefinizione dei meccanismi per il censimento degli immobili di valore storico ed artistico presenti nei centri storici. I comuni, inoltre, avranno un ruolo attivo con la riforma del Catasto. Sarà compito loro la individuazione dei cosiddetti “immobili fantasma” ai fini dell’accatastamento e conseguente tassazione.

Classificazioni immobiliari: le categorie

Tra le classificazioni immobiliari, troviamo i caseggiati dei centri storici che, per motivi di convenienza o per ragioni storiche, risultano iscritti alle categorie catastali A4 case popolari e A5 ultrapopolari.

Lo stato e il valore di tali immobili è spesso totalmente diverso da quello descritto nelle categorie catastali. Tali immobili, infatti, dovrebbero corrispondere a “unità immobiliari appartenenti a fabbricati con caratteristiche costruttive e di rifiniture di bassissimo livello, di norma non dotate di servizi igienico-sanitari esclusivi”. Ma spesso l’Agenzia si è trovata di fronte a proprietà di lusso, di tenore molto più alto rispetto a quanto prescritto dalla categoria.

Incremento di registrazioni in categoria A2, A2 e A3

Un’alta percentuale di case considerate popolari o ultrapopolari hanno subito un cambiamento passando alle categorie catastali A1, A2 e A3 rispettivamente civili, signorili ed economiche. Passaggio che ha portato ad un incremento delle abitazioni censite in queste categorie. L’incremento ha interessato anche la categoria catastale A7 dei villini.

Come sottolineato dall’Agenzia delle Entrate, le unità immobiliari censite nelle categorie catastali del gruppo A, dalla categoria A1 alla A11 con eccezione della A10, sono abitazioni e risultano essere 34,6 milioni, circa 170 mila unità in più di quelle rilevate nell’ultimo censimento. Nel dettaglio delle singole categorie:

  • sono aumentate le abitazioni nelle categorie A1, A2, A3 (abitazioni signorili, civili e di tipo economico) e A7 (ville e villini);
  • sono diminuite di circa il 5% le abitazioni di tipo popolare e ultrapopolare (A5 e A6) e di circa l’1% le abitazioni di particolare pregio (A9);
  • tra le categorie catastali delle abitazioni, quelle che presentano una maggior quota di unità delle PNF rispetto al dato complessivo, sono le abitazioni di maggior pregio (A1, A8 e A9) e le abitazioni tipiche dei luoghi (A11).
  • Quasi il 90% delle unità residenziali è censito in Catasto tra le abitazioni civili (A2), economiche (A3) e popolari (A4).