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Cedolare secca 2020: le novità

Cedolare secca 2020: le novità

La cedolare secca è un regime facoltativo, introdotto nel 2011, con cui è possibile pagare un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali. Vediamo quanto è stato previsto per la cedolare secca 2020, in base alle modifiche apportate dalla nuova Legge di Bilancio.

Cedolare secca 2020: come funziona

I proprietari o i titolari di diritti reali di godimento di unità immobiliari locate ad uso abitativo possono scegliere di far assoggettare il canone di locazione ad un’imposta, operata nella forma della cedolare secca, in sostituzione a:

  • l’imposta sul reddito delle persone fisiche e le relative addizionali;
  • le imposte di registro e di bollo sul contratto di locazione.

La cedolare secca sostituisce, inoltre, anche le imposte di registro e di bollo sulla risoluzione e sulle proroghe del contratto di locazione.

Viene applica, sul canone di locazione annuo stabilito dalle parti, nella misura di un’aliquota del 21% e può essere applicata anche ai contratti di locazione per i quali non sussiste l’obbligo di registrazione. Nel caso di contratti di locazione di immobili ad uso abitativo, assoggettati alla cedolare secca, per il conduttore non si applicano le imposte di registro e di bollo.

Cedolare secca 2020: applicazioni e immobili

La cedolare secca è applicabile alle unità immobiliari che rientrano nelle categorie catastali da A1 a A11 (ad esclusione di A10), locate a uso abitativo e le relative pertinenze locate congiuntamente all’abitazione, oppure con contratto separato rispetto a quello relativo all’immobile abitativo.

In caso di più locatori, l’opzione deve essere esercitata da ciascuno di essi. I locatori contitolari che non l’esercitano devono versare l’imposta di registro calcolata sulla quota del loro canone di locazione in base alle quote di possesso.
Il versamento dell’imposta di registro dovrà avvenire per l’intero importo stabilito nei casi in cui la norma fissi l’ammontare minimo dell’imposta dovuta.

La cedolare secca non può essere applicata, invece, alle locazioni concluse con conduttori che agiscono nell’esercizio di attività di impresa o di lavoro autonomo, indipendentemente dal successivo utilizzo dell’immobile per finalità abitative di collaboratori e dipendenti.

Cosa cambia con la nuova cedolare secca

La Legge di Bilancio 2020 ha introdotto delle modifiche nella cedolare secca 2020 sugli affitti.

È stata prevista una riduzione dal 15 al 10% dell’aliquota della cedolare secca calcolata sul canone pattuito dalle parti per “i contratti stipulati secondo le disposizioni di cui agli articoli 2, comma 3, e 8 della legge 9 dicembre 1998, n. 431, relativi ad abitazioni ubicate nei comuni di cui all’articolo 1, comma 1, lettere a) e b), del decreto-legge 30 dicembre 1988, n. 551, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 1989, n. 61, e negli altri comuni ad alta tensione abitativa individuati dal Comitato interministeriale per la programmazione economica”.

La riduzione riguarda, quindi, alla tassazione diretta e indiretta del reddito derivante da contratti di locazione di unità immobiliari urbane a canone concordato nei comuni ad alta densità abitativa.

Calcolo della cedolare secca

In base a quanto riportato dal sito dell’Agenzia delle Entrate, l’imposta sostitutiva è calcolata applicando l’aliquota del 21% al canone di locazione annuo pattuito. L’aliquota ridotta al 10% è applicata, invece, ai contratti di locazione a canone concordato relativi alle unità immobiliare situate:

  • nei comuni con carenze di disponibilità abitative (art. 1, c. 1, lettere a) e b) del d.l. 551/1988), ovvero dei comuni di Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Venezia e dei comuni confinanti con gli stessi nonché degli altri comuni capoluogo di provincia;
  • nei comuni ad alta tensione abitativa individuati dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe).